Giochiamo con i “modi di dire”…
Hai fatto caso a quanti modi di dire utilizziamo frequentemente che sono intrecciati con il vocabolo “gioco”?
Se ci soffermiamo a guardare le principali espressioni idiomatiche con “gioco” c’è da sorprendersi! Affiora un sapere popolare nel linguaggio quotidiano dove la parola gioco è usata per un’ampia gamma di situazioni ed esperienze umane, portando alla luce l’importanza che assume il giocare nella vita delle persone.
È, ad esempio, il caso di alcuni modi di dire che invitano/esortano …
… all’azione e ad accettare le sfide, come l’espressione:
- Mettersi in gioco;
… alla stabilità, come:
- Tenere vivo il gioco;
… ad accettare le regole, … a cooperare, come:
- Stare al gioco;
- Reggere il gioco;
… alla costanza e tenacia, come:
- Fare buon viso a cattivo gioco;
… alla resilienza, come:
- Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare;
… a non sottostimare i pericoli, come:
- A giocare con il fuoco prima o poi ci si brucia;
… ad analizzare e programmare le proprie azioni, come:
- Giocare d’anticipo;
… a contestualizzare e “unire i puntini”, come:
- Tutto è iniziato come un gioco;
… ad affrontare l’inaspettato, come:
- Per il gioco del destino;
… a conoscere le regole, come:
- Ogni gioco ha la sua legge;
… a porsi domande aperte, come:
- A che gioco giochiamo?
- Il gioco vale la candela?
- Chi comanda il gioco?
- Facciamo un gioco?
- Quale è la posta in gioco?
- Cosa è in gioco?
Ti viene in mente qualche altra espressione di uso corrente che contiene la parola gioco?
Potremmo continuare a lungo a compilare questa lista di modi di dire che fanno del gioco un ingrediente primario del “fare esperienza” delle cose e, spesso, il collante che “tiene insieme” pagine delle nostre relazioni sociali.
Eppure, da adulti, abbiamo in gran parte smesso di nutrire la nostra parte giocosa! Ti risuona questo pensiero?
A differenza dei bambini che strutturano il loro apprendimento e fanno conoscenza del mondo attraverso un continuo giocare, nell’età adulta il gioco è progressivamente uscito dalla scena. La nostra società lo ha relegato negli spazi dello svago e di certi sport, ma è visto con sospetto in altri ambienti e, tra tutti, nel contesto lavorativo. In questo ambito è facile registrare l’idea che il gioco è nemico del lavoro, non conciliabile con la produttività, fonte di distrazione e di spreco di tempo. Insomma, secondo questa tesi, il gioco non si addice ai luoghi di lavoro dove dovrebbero regnare serietà, compostezza e piena adesione ai compiti lavorativi.
Qualcosa però, da diversi anni, sta finalmente cambiando!
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Foto di Merve Sehirli Nasir su Unsplash