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Il gioco è presente nella storia e nella cultura dei popoli della Terra, da sempre! In occidente, il filosofo greco antico Platone afferma che “si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”; arrivando poi a dichiarare che “la vita deve essere vissuta come un gioco”. Gli fa eco, in oriente, il filosofo cinese antico Lao Tse che assicura: “il gioco è la medicina più grande”.

Il gioco è anzitutto un impulso biologico innato ed è un bisogno umano universale che tutti noi condividiamo!

Attraverso il gioco, non solo il bambino ma anche l’adulto, si apre all’immaginazione e attinge a nuove possibilità, crea legami sociali, prova piacere e si diverte, conosce ed esprime sé stesso. “Nella mia casa – racconta Pablo Neruda – ho riunito giocattoli grandi e piccoli, senza i quali non potrei vivere. Il bimbo che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che era dentro di sé e che gli mancherà molto”.

La letteratura scientifica e gli studi in vari campi dimostrano oggi quanto era già affermato da filosofi, pensatori e scrittori di ogni epoca: giocare fa bene a tutte le età della vita umana! Il gioco coinvolge, crea vicinanza, facilita la socializzazione, stimola l’immaginazione, migliora la motivazione e l’apprendimento delle persone, costruisce comunità.

Stuart Brown, medico, psichiatra e ricercatore clinico, ha dedicato l’intera sua vita a studiare e divulgare le qualità del gioco, indicandolo come “fulcro della creatività e dell’innovazione”. “Siamo progettati – afferma Stuart – per trovare soddisfazione e crescita creativa nel gioco”.

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Foto di Vlad Hilitanu su Unsplash

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